Poste Italiane condannate a risarcire i prelievi fraudolenti subiti dai correntisti

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GLI ISTITUTI DI CREDITO DEVONO GARANTIRE LA SICUREZZA INFORMATICA DEI PROPRI CLIENTI

Poste Italiane ha l’obbligo di adottare idonei strumenti informatici per contrastare le truffe on-line, deve fare di tutto per evitare il cosiddetto phishing on-line, cioè il pescaggio, il furto nel web dei dati riservati dei propri clienti. Lo ha stabilito il giudice di pace di Belpasso, Maria Daniela Bentivegna, con una sentenza emessa in una controversia tra due correntiste e Poste Italiane. Le due correntiste, assistite dall’avv. Daniele Di Grazia della Federconsumatori “EtnaSud” di Mascalucia, lamentavano due prelievi fraudolenti e non autorizzati dalla propria carta BancoPosta.

Secondo il giudice, Poste Italiane non può far finta di niente ed ignorare il rischio di prelievi dai conti dei clienti con modalità fraudolente, ma deve adeguare il proprio sistema informatico di ‘home banking’ con le tecnologie di sicurezza più aggiornate, per evitarne la vulnerabilità e per impedire gli accessi fraudolenti.

Nel caso specifico, alle due correntiste, assistite dalla Federconsumatori di Mascalucia, è bastato contestare i prelievi irregolari, perché l’onere della sicurezza del sistema informatico ricade su Poste Italiane, che debbono dimostrare di aver adottato tutte le cautele necessarie, rese possibili dalla migliore tecnica informatica disponibile, per evitare il rischio di frodi. L’istituto bancario si era invece limitato a fare una generica difesa della propria posizione, tessendo le lodi del proprio sistema informatico, senza però fornire concreta prova della sua invulnerabilità.

Il giudice ha pertanto condannato Poste Italiane a risarcire i propri clienti dei prelievi fraudolenti subiti, oltre alle spese legali sostenute.

Per il presidente della Federconsumatori ‘Etna Sud’, Lucio Traina, la sentenza del giudice di pace di Belpasso rappresenta un importante riconoscimento della tutela di cui hanno diritto i consumatori. Tuttavia, aggiunge Traina, “è anche doveroso che i cittadini prestino sempre la massima attenzione ad autotutelarsi, come quando ricevono e-mail sospette, anche se apparentemente inviate da enti o aziende. Bisogna considerare sempre sospette le richieste on-line di propri dati riservati, codice iban, pin di accesso ad aree web riservate o password.”

Le email fraudolente – aggiunge il presidente della Federconsumatori di Mascalucia – spesso sono facilmente riconoscibili, in quanto contengo degli errori e imperfezioni negli indirizzi di posta elettronica, rispetto a quelli veri”.

Quando si hanno dubbi – raccomanda Lucio Traina – bisogna rivolgersi alle associazioni dei consumatori o direttamente alla polizia postale”.

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